SCHEDA DELLO SPETTACOLO
TRAMA
Lo spettacolo traccia un intenso percorso psicologico nella mente del protagonista Gaston, veterano della prima guerra mondiale. Gaston parte per la guerra ancora diciottenne credendo si tratti di una grande avventura, ferito gravemente alla testa perde la memoria e trascorre diciotto anni in un ospizio, senza ritrovare un solo barlume della sua esistenza passata, conteso tra innumerevoli famiglie, finché viene condotto presso casa Renaud per un confronto, forse quello decisivo. Gaston incontra quelli che potrebbero essere i suoi congiunti: madre, fratello, cognata e ripercorre con loro gli anni precedenti alla guerra e la sua esistenza da soldato, scontrandosi con un passato difficile da accettare. La guerra gli ha impedito di vivere la sua vita, imprigionato per diciotto anni senza un passato, non ha potuto costruirsi un futuro ed ora è un uomo molto diverso dal soldato appena diciottenne. Gaston è costretto a guardarsi allo specchio dove si riflette un'immagine che stenta a riconoscere, finché giungerà un’ altra famiglia a reclamarlo.
NOTE DI REGIA
Mi sono subito innamorato di questo testo, l’ho letto tutto d’un fiato, affascinato dalle ambiguità, dalle possibili interpretazioni che Anouilh lascia al lettore. I personaggi, persino quelli più caricaturali e farseschi, danno un’immagine pessimistica della natura umana, tormentata dalla nostalgia per una purezza ormai perduta. Sotto l’apparenza di uno scetticismo divertito si nasconde dunque un pessimismo profondo. Durante l’allestimento ho trascorso molto tempo a riflettere su tutte le possibili sfaccettature del personaggio protagonista, Gaston, ed ho volutamente lasciato irrisolti molti dubbi, consentendo così allo spettatore la scelta: Gaston è veramente Jacques, il figlio amnesiaco della famiglia Renaud? ̊ cambiato o è rimasto lo stesso nel suo intimo? Le sue scelte sono dettate dal sentimento o dal calcolo? Attorno a Gaston ruotano gli altri affascinanti personaggi, ciascuno di loro con il suo pesante “bagaglio” da portare, mentre la servitù osserva il dipanarsi della vicenda con disincanto. L’allestimento è volutamente onirico, non realistico. Lo scenografo non ha ricreato un interno borghese, come da copione, ma un insieme di pesanti “bagagli” che si scompongono, si spostano celando al loro interno frammenti di un passato difficile e tormentato. Sulla scenografia dai toni morbidi e sfumati si confondono i personaggi di casa Renaud, polverosi, scoloriti, ancorati al rancore dei loro ricordi.
Non si tratta di un dramma e nemmeno di una commedia, lo definirei un valzer delle emozioni più intime, delle passioni che agitano l’animo umano quando prende coscienza del suo passato e non sa o non può rinnegarlo fino in fondo.
INTERPRETI: Marco Francini, Stefano Farina, Maddalena Galvan, Lidia Munaro, Silvia Ronco, Ermanno Caneva, Pino Fucito, Federico Boaria, Maurizio Cerato, Paola Dalmoro, Matteo Pederbelli
REGIA: Alberto Bozzo
Lo spettacolo traccia un intenso percorso psicologico nella mente del protagonista Gaston, veterano della prima guerra mondiale. Gaston parte per la guerra ancora diciottenne credendo si tratti di una grande avventura, ferito gravemente alla testa perde la memoria e trascorre diciotto anni in un ospizio, senza ritrovare un solo barlume della sua esistenza passata, conteso tra innumerevoli famiglie, finché viene condotto presso casa Renaud per un confronto, forse quello decisivo. Gaston incontra quelli che potrebbero essere i suoi congiunti: madre, fratello, cognata e ripercorre con loro gli anni precedenti alla guerra e la sua esistenza da soldato, scontrandosi con un passato difficile da accettare. La guerra gli ha impedito di vivere la sua vita, imprigionato per diciotto anni senza un passato, non ha potuto costruirsi un futuro ed ora è un uomo molto diverso dal soldato appena diciottenne. Gaston è costretto a guardarsi allo specchio dove si riflette un'immagine che stenta a riconoscere, finché giungerà un’ altra famiglia a reclamarlo.
NOTE DI REGIA
Mi sono subito innamorato di questo testo, l’ho letto tutto d’un fiato, affascinato dalle ambiguità, dalle possibili interpretazioni che Anouilh lascia al lettore. I personaggi, persino quelli più caricaturali e farseschi, danno un’immagine pessimistica della natura umana, tormentata dalla nostalgia per una purezza ormai perduta. Sotto l’apparenza di uno scetticismo divertito si nasconde dunque un pessimismo profondo. Durante l’allestimento ho trascorso molto tempo a riflettere su tutte le possibili sfaccettature del personaggio protagonista, Gaston, ed ho volutamente lasciato irrisolti molti dubbi, consentendo così allo spettatore la scelta: Gaston è veramente Jacques, il figlio amnesiaco della famiglia Renaud? ̊ cambiato o è rimasto lo stesso nel suo intimo? Le sue scelte sono dettate dal sentimento o dal calcolo? Attorno a Gaston ruotano gli altri affascinanti personaggi, ciascuno di loro con il suo pesante “bagaglio” da portare, mentre la servitù osserva il dipanarsi della vicenda con disincanto. L’allestimento è volutamente onirico, non realistico. Lo scenografo non ha ricreato un interno borghese, come da copione, ma un insieme di pesanti “bagagli” che si scompongono, si spostano celando al loro interno frammenti di un passato difficile e tormentato. Sulla scenografia dai toni morbidi e sfumati si confondono i personaggi di casa Renaud, polverosi, scoloriti, ancorati al rancore dei loro ricordi.
Non si tratta di un dramma e nemmeno di una commedia, lo definirei un valzer delle emozioni più intime, delle passioni che agitano l’animo umano quando prende coscienza del suo passato e non sa o non può rinnegarlo fino in fondo.
INTERPRETI: Marco Francini, Stefano Farina, Maddalena Galvan, Lidia Munaro, Silvia Ronco, Ermanno Caneva, Pino Fucito, Federico Boaria, Maurizio Cerato, Paola Dalmoro, Matteo Pederbelli
REGIA: Alberto Bozzo
Gruppo Teatrale La Trappola APS
Associato F.I.T.A. |
36100 Vicenza, via Riello 86
tel. 333.3154999 c.f. 01694140243 |