Donne sul filo in delicato equilibrio come funambole, donne appese a un filo, legate a un filo, donne sul filo del rasoio. Il filo del telefono? Il filo della corrente, del televisore, il filo di Arianna, il filo di una ragnatela, il filo di un discorso perduto.
Le donne di questo spettacolo sono tante e diverse, ma tutte cercano la salvezza attraverso un apparecchio telefonico, un citofono, un interfono, quasi non riuscissero a dire lo verità guardando l'altro negli occhi. Donne ignorate, un po' smarrite, incapaci di accettare la solitudine e la povertà spirituale che le circonda.Tante donne forti, nella loro fragilità, sapranno riagganciare? Questa la Motivazione della Giuria per la vittoria del 19^ Festival "Il Mascherone" di Bolzano!16/4/2018
Domenica 15 aprile, si sono tenute le premiazioni del 19^ Festival Nazionale "Il Mascherone" di Bolzano, dove la Trappola si è aggiudicata il primo premio "Miglior spettacolo" con la seguente motivazione: "Gli interpreti, in una commedia allegorica davvero particolare con titolo,Una delle ultime sere di carnovale, si muovono in perfetta sintonia in quel luogo straordinario che è il Teatro di San Luca di Venezia. Siamo alla vigilia della partenza( pressochè obbligata) di Goldoni per la Francia. La trama è poco complessa, ma gli attori, tutti, assumono con profondità i caratteri goldoniani al punto da intenerirsi, sussultare, intristirsi e poi esultare davvero. Veramente bravi nel creare un'atmosfera dove vediamo un Goldoni che, rimasto spiazzato dagli improvvisi successi teatrali del suo rivale, Gozzi, si rivolge alla Francia e qui racconta attraverso i suoi personaggi il suo stato d'animo, la nostalgia e gli addii. Recitazione mobile, delicati e rigorosi i gesti. Puntuali nell'espressività. Interessante la scenografia, essenziale, ma con un forte richiamo alla tessitura dell'epoca. Piacevoli i costumi cromaticamente suggestivi. Il progetto registico esalta l'interezza del testo con appropriata convinzione." VENERDì 4 MAGGIO ore 21 Teatrino di Bertesina ( VI )
DONNE SUL FILO sette storie, sette donne Ambientato in uno spazio senza tempo, con i mobili imballati, pronti per un trasloco imminente, dove si muovono sette personaggi tutti al femminile, in contatto con il mondo esterno attraverso il telefono. Lo spettacolo della durata complessiva di 90 minuti racconta, attraverso sette monologhi, sette epoche diverse dove il filo conduttore è la telefonata. Passando dal dramma del periodo nazista, dalla comicità della telefonata anni 50, alla struggente voce anni '60, alla scanzonata conversazione anni '70, osservando la donna in vetrina degli anni '80, si arriva alle protagoniste dei nostri giorni: una giovanissima dal look trasgressivo ed una donna emancipata e sensuale. Sette ritratti per sorridere e riflettere sulle nostre fragilità e sul significato del delicato rapporto uomo - donna. PREMIO alla MIGLIORE REGIA per Alberto Bozzo
Giocata con grande intelligenza ed un'attenta scansione dei ritmi e dei movimenti, la Regia di Alberto Bozzo evoca con inventiva efficacia anche l'ambiente in cui si svolge l'episodio goldoniano,quella bottega di tessitori i cui prodotti e attrezzi diventano parte integrante del racconto. Nulla qui è lasciato al caso sia nella definizione di ciascun personaggio, sia nella densa coralità di un insieme che appare un "ricamo" tanto elegante quanto schietto e vivace. PREMIO al MIGLIOR ALLESTIMENTO per Carolina Cubria A risaltare è il cromatismo vivace dei costumi, in accordo alla brillante inventiva applicata alla scenografia. L'accuratezza degli abiti, coordinati in base alle coppie o spaiati laddove la complicità coniugale non è ancora in atto, ben si amalgama alla semplicità apparente della tessitoria. La soluzione originale dei rocchetti multiuso sta all'origine di momenti musicali e dinamici, nonché della trasformazione del palcoscenico da anticamera a festosa sala da gioco. Briosa è pure la sonorità della commedia, giusta combinazione di slanci poetici ed umorismo. PREMIO al MIGLIOR ATTORE CARATTERISTA per Marco Francini L'eccentrico e stralunato manganar Momolo, che con le sue bislaccherie movimenta e ravviva le garbate conversazioni di Zamaria e dei suoi ospiti, trova in Marco Francini un interprete di notevole incisività.L'attore gioca con sicurezza e vigore sulle stravaganze del suo personaggio, lasciando talora scorgere il fondo melanconico che si cela sotto di esse. Nel dar vita al più caro "mato" del mondo, Francini approda ad un ottimo risultato in termini di energia e di ritmo, con beneficio dell'intera compagnia. |
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